L'intervista. PNRR, la sfida e le opportunità per il rilancio.

Nell’intervista a Michele Bini, Responsabile Servizio Corporate Nord di Cassa Centrale Banca, i temi e le cifre del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il ruolo del sistema bancario e le iniziative del Gruppo Cassa Centrale e di BTL Banca del Territorio Lombardo. Una sfida che chiama in causa il Paese e la dimensione individuale dei cittadini.

PNRR
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Dottor Bini, insieme ai Soci e Clienti di BTL, cogliamo l’occasione di questo dialogo aperto per poterci meglio addentrare nelle importanti novità che riguardano il nostro territorio, l’Italia e l’Europa in vista degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Prima di tutto una panoramica su cosa si intende per PNRR e quali sono i suoi obiettivi?

 

L’UE, in aggiunta alla pianificazione ordinaria 2021-2027, con l’avvicendarsi della crisi scatenata dal COVID-19, ha definito una manovra straordinaria: il Next Generation EU.


Lo scopo di questo piano di portata epocale è quello di aiutare concretamente l’Europa – rafforzata nella sua dimensione di più ampio respiro socio-economico – ad uscire dalla crisi pandemica, armonizzando le disomogeneità di crescita e sviluppo dei Paesi membri.
L’Italia, sotto la regia del Governo presieduto da Mario Draghi, ha declinato il Next Generation EU europeo attraverso il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Concretamente, dei 750 mld stanziati nel contesto del Recovery Plan Europeo , all’Italia sono stati destinati 191,5 mld da investire entro il 2026, a cui si aggiungono ulteriori 43,5 mld del Fondo Complementare e del Fondo React-EU, per un totale complessivo di 235 mld.


Nello specifico, l’attuazione del PNRR si articola in 6 missioni che hanno lo scopo di tracciare un percorso che agisca sui nodi nevralgici del Paese, per favorire un rilancio strutturale e risolvere le fragilità sistemiche sedimentatesi nel passato ed acuite dalla Pandemia: i divari territoriali, il tasso di occupazione giovanile, l’adeguamento/ammodernamento delle infrastrutture, le disparità di genere, la capacità produttiva e gli investimenti in istruzione e ricerca.


L’UE ha inoltre definito tre direttrici, che dovranno agire trasversalmente, abbracciando le iniziative promosse nel contesto delle 6 missioni del PNRR: la Transizione Ecologica, la Digitalizzazione e la Reindustrializzazione. Sia con riferimento alla dimensione delle risorse messe in campo, che alle finalità a cui l’UE si è ispirata nella costruzione del Piano, vi sono le premesse per cogliere concretamente l’opportunità di operare una trasformazione e rinascita italiana ed europea, che consentirà di uscire dalla crisi con approccio che superi la logica di Economia Lineare a favore di un’Economia Circolare e Sostenibile.


Si tratta senza dubbio di una sfida complessa, che agirà non solo nell’anima economica del paese, ma coinvolgerà la dimensione individuale dei cittadini operando importanti cambiamenti di abitudini e stili, guardando anche agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile della Agenda 2030 delle Nazioni Unite.


Quale ruolo secondo lei è chiamato a svolgere il sistema bancario per permettere che gli investimenti previsti nel PNRR possano effettivamente tradursi in crescita reale per il territorio?


Le banche avranno un ruolo determinante per il successo del PNRR. Per prima cosa saranno un giunto di trasmissione che consentirà di far funzionare la sinergia tra pubblico e privato, tra le imprese e le famiglie. Potranno inoltre mettere a disposizione del sistema risorse finanziarie adeguate a sostenere gli investimenti e favorire sinergie di filiera giocando un ruolo fondamentale di consulenza per la messa a terra dei progetti innescati dalla concessione delle agevolazioni pubbliche via via che saranno pubblicati i Decreti attuativi. Saranno le banche a dover prestare assistenza alle imprese, mettendole nella condizione di rafforzarsi e crescere, adeguandosi alla competitività ed al mercato del terzo millennio.


Dobbiamo in sintesi pensare al sistema bancario come ad un amplificatore di sviluppo del tessuto economico e sociale, che oltre a favorire i processi efficienterà lo svolgimento delle attività.


Il Gruppo Cassa Centrale e l’affiliata BTL - Banca del Territorio Lombardo, sono due realtà che hanno nel loro DNA un forte legame con il territorio e la sua crescita. Può definire il ruolo della Capogruppo e delle Banche affiliate in questo contesto? Quali iniziative e strumenti si intendono mettere in campo a sostegno delle imprese e delle realtà locali?


Le Banche di Credito Cooperativo sono riconosciute nel panorama bancario per la loro attitudine a dialogare con il territorio, ad ogni livello. La capacità di ascolto e la proattività saranno vantaggi competitivi ed ingredienti fondamentali del Gruppo Cassa Centrale, di cui BTL fa parte, per la costruzione di un’alleanza virtuosa con il territorio e gli attori che ne fanno parte.


In coerenza con i valori fondanti del Credito Cooperativo e nel solco di una lunga tradizione di assistenza alle imprese nell’intermediazione delle agevolazioni, il Gruppo ha messo da subito al centro della propria agenda di attività la progettualità del PNRR, con l’obiettivo di partecipare in modo attivo e determinante al successo del piano di rilancio nazionale.


Il primo passo concreto è stato lo stanziamento di un primo plafond di 1 miliardo di Euro per sostenere le attività in divenire.
Parallelamente sono state attivate convenzioni strutture di consulenza qualificata coordinate da una cabina di Regia centralizzata in Capogruppo, che serviranno a supportare le necessità delle imprese, sia in ambito pubblico che privato, fornendo un panel di strumenti consulenziali e di prodotti specialistici accanto alla matrice finanziaria delle attività. È nostra intenzione fare in modo che i clienti delle Banche possano guardare al Gruppo Cassa Centrale come ad un interlocutore autorevole nel contesto del PNRR.


Gli strumenti attivati sono stati ideati con l’intenzione di poter interloquire adeguatamente con tutti gli attori del mercato, diversi per tipologia e dimensione, ma soprattutto avendo bene in mente che l’interpretazione corretta del ruolo delle banche non dovrà limitarsi alla somministrazione di risorse finanziarie, ma dovrà fornire consulenza e competenze per supportare il tessuto socio-economico in una dimensione più strutturale.


Il PNRR è ritenuto a ben ragione il più grande piano di sviluppo e cambiamento del nostro Paese dal secondo dopoguerra, con il rischio che questo porti a pensare che riguardi solo investimenti destinati a grandi aziende o alla pubblica amministrazione. Quale messaggio vogliamo dare alle imprese clienti del nostro territorio?


Il PNRR, oltre a ricondursi a precisi ambiti di intervento identificabili nelle 6 missioni a cui sono allocate specifiche risorse, è costruito ispirandosi ad una logica “inclusiva”. Vi è la precisa intenzione di portare a bordo di questa progettualità tutti gli attori presenti sul mercato.


Tutti i progetti messi a terra con il rilascio dei decreti attuativi, a prescindere dalle dimensioni, saranno alimentati anche da logiche settoriali e di filiera che potranno trainare le imprese sul territorio, a prescindere dalla dimensione. L’alleanza tra pubblico e privato, attivata in chiave virtuosa, potrà favorire il processo di aggregazioni tra imprese.


Certamente la riuscita di questo percorso di crescita inclusiva dovrà essere tracciata lungo le direttrici trasversali che consentiranno di ridurre la capacità di competere sul mercato e di far dialogare le imprese secondo una logica circolare, digitale e tecnologicamente avanzata, innestandosi tra loro come ingranaggi di un meccanismo più complesso, ma integrato.


Il sistema bancario, come già più volte sottolineato, avrà e dovrà cogliere l’opportunità di mettersi a disposizione per agevolare il buon funzionamento di questi meccanismi, avvicinando gli argini più distanti.